Esami prenatali gravidanza

Categoria: Gravidanza

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Durante i nove mesi di gravidanza gli esami prenatali e i controlli regolari sono parte integrante del percorso gioioso verso la nascita del piccolo. Ogni futura mamma si trova di fronte a una serie di appuntamenti medici che, seppur rassicuranti, possono generare domande, dubbi e decisioni non sempre immediate.

Quando farli? Quali sono gli esami gratuiti? Sono tutti necessari? In questo articolo troverai una guida chiara e strutturata, che ti accompagnerà tra le principali tipologie di test, spiegando in modo semplice a cosa servono e cosa aspettarsi.

Nessuna diagnosi fai-da-te, solo informazioni affidabili per aiutarti a vivere questo momento con maggiore consapevolezza.

Esami prenatali: cosa sono e perché sono fondamentali 🧪

Gli esami prenatali sono fondamentali per monitorare lo stato di salute della madre e del bambino durante la gravidanza. Consentono di identificare precocemente eventuali anomalie o problematiche, intervenendo con tempestività per tutelare il benessere di entrambi.

Per comprendere meglio l’importanza di questi controlli è utile distinguere tra esami di routine e test diagnostici.

  • Gli esami di routine sono quelli previsti regolarmente in ogni gravidanza: si effettuano in momenti precisi e servono a valutare l’andamento generale della gestazione.
  • I test diagnostici, invece, vengono consigliati in base a specifici fattori di rischio o a esiti sospetti emersi negli esami di screening.

L’approccio agli esami prenatali avviene in genere durante la prima visita ostetrica. Dopo aver accertato la gravidanza, intorno alla settima/ottava settimana avrai già a che fare con gli accertamenti. Ti vengono richiesti i primi esami ematochimici e viene stabilito un calendario personalizzato dei controlli successivi.

Capire fin da subito quali esami fare, quando e perché aiuta ad affrontare ogni fase con serenità.

Visite ambulatoriali prenatali

Esami prenatali del primo trimestre: i controlli iniziali da non saltare 📅

Il primo trimestre di gravidanza è una fase delicata, in cui si pongono le basi per un monitoraggio attento e accurato.

Gli esami prenatali effettuati in queste settimane permettono di raccogliere informazioni preziose sulla salute generale della futura mamma e le prime indicazioni sul corretto sviluppo dell’embrione.

Esami del sangue e delle urine

I primi esami richiesti includono un emocromo completo e l’analisi delle urine.

  • L’emocromo serve a controllare eventuali carenze di ferro, segni di infezioni in corso o alterazioni che potrebbero indicare problemi immunitari.
  • Le urine, invece, forniscono dati su possibili infezioni urinarie, livelli di glucosio o presenza di proteine, fattori che vanno monitorati con attenzione.

Entrambi gli esami prenatali verranno ripetuti più volte nel corso della gravidanza per valutare l’andamento dello stato di salute generale.

Gruppo sanguigno e fattore Rh

Viene poi verificato il gruppo sanguigno e il fattore Rh della gestante. Il controllo è cruciale per prevenire problemi di incompatibilità Rh, una condizione che può generare rischi per il feto in caso di gravidanza Rh-negativa e partner Rh-positivo.

Se viene rilevata tale condizione, il medico potrà predisporre il monitoraggio e gli eventuali interventi da effettuare nelle settimane successive, compresa la profilassi con immunoglobuline anti-D.

Test infettivologici obbligatori

Durante il primo trimestre, è fondamentale controllare la presenza di infezioni che potrebbero compromettere lo sviluppo fetale. Cliccando sui link trovi approfindimenti da fonti autorevoli.

  • Rosolia: si valuta la presenza di anticorpi per capire se si è già immuni.
  • Toxoplasmosi: si verifica tramite test IgG e IgM. In assenza di immunità saranno necessari controlli periodici e attenzione all’alimentazione.
  • HIV: un test essenziale per prevenire la trasmissione madre-figlio con adeguata terapia.
  • Sifilide (TPHA-VDRL): l’infezione può avere gravi conseguenze sullo sviluppo del feto.
  • Epatite B e C: per verificare eventuali infezioni epatiche e stabilire misure preventive.

Gli esami prenatali sono previsti dalle linee guida e vengono generalmente offerti gratuitamente con l’apposita prescrizione.

Translucenza nucale e bi-test

Tra l’11a e la 14a settimana viene offerta la possibilità di eseguire la translucenza nucale, un’ecografia che misura lo spessore della zona nucale del feto. Un aumento di questo valore può indicare possibili anomalie cromosomiche come la sindrome di Down.

Associato alla translucenza, il bi-test è un esame di screening combinato che analizza due ormoni nel sangue materno (free Beta-hCG e PAPP-A), migliorando l’accuratezza della valutazione del rischio.

È importante chiarire che questi esami non sono diagnostici ma offrono una stima statistica del rischio. In caso di valori sospetti potranno essere consigliati test più approfonditi come il DNA fetale o l’amniocentesi.

La fase iniziale degli esami prenatali è fondamentale per costruire un percorso di cura e prevenzione personalizzato. Ignorare o rimandare i controlli può compromettere la possibilità di intervenire precocemente su situazioni che, intercettate per tempo, sono perfettamente gestibili.

Valori da monitorare negli esami prenatali

Secondo trimestre: esami prenatali per monitorare la crescita del feto 🩻

Durante il secondo trimestre di gravidanza, che va indicativamente dalla 13a alla 27a settimana, l’attenzione si sposta sullo sviluppo morfologico del feto e sull’eventuale comparsa di patologie legate alla gestazione. Gli esami prenatali consentono di verificare che tutto stia procedendo regolarmente, sia per la madre che per il bambino.

Ecografia morfologica: cosa rileva

L’esame principale di questo trimestre è l’ecografia morfologica, da eseguire preferibilmente tra la 19a e la 22a settimana. È un’ecografia dettagliata che consente di:

  • Controllare organi e apparati del feto (cuore, cervello, reni, arti, colonna vertebrale).
  • Valutare lo sviluppo osseo e la crescita rispetto all’epoca gestazionale.
  • Osservare la quantità di liquido amniotico, la posizione della placenta e l’attività cardiaca.

Sebbene non sia obbligatoria, l’ecografia morfologica è altamente raccomandata perché consente di individuare anomalie strutturali anche importanti.

Curva glicemica e test per il diabete gestazionale

Tra la 24a e la 28a settimana è previsto il test da carico orale di glucosio (OGTT), anche noto come curva glicemica, per individuare l’eventuale presenza di diabete gestazionale.

Il test consiste nella somministrazione di una certa quantità di glucosio e nella misurazione della glicemia a intervalli regolari (a digiuno, dopo 60 e 120 minuti). L’esame viene consigliato in modo mirato se:

  • Esistono condizioni di sovrappeso
  • C’è familiarità con il diabete
  • Ci sono stati problemi in gravidanze precedenti
  • Oltre i 35 anni

Il diabete gestazionale, diagnosticato per tempo, può essere tenuto sotto controllo con dieta e monitoraggi, evitando complicazioni nel terzo trimestre.

Emocromo e analisi delle urine

Anche in questo trimestre si ripetono emocromo e analisi delle urine per verificare:

  • Valori di emoglobina che possono calare fisiologicamente
  • Presenza di infezioni urinarie che aumentano il rischio di parto prematuro
  • Segni di proteinuria che possono indicare disturbi ipertensivi

Mantenere sotto controllo i valori è importante per garantire un adeguato apporto di ossigeno al feto e per evitare situazioni di stress per l’organismo materno.

Controllo del ferro e della pressione

Insieme agli esami del sangue, spesso il medico valuta i valori del ferro (sideremia e ferritina), fondamentali per prevenire l’anemia in gravidanza. Se è necessario, può essere prescritta un’integrazione mirata.

La pressione arteriosa, invece, va controllata regolarmente per intercettare ipotensione o segni iniziali di ipertensione gravidica. In alcuni casi tale condizione può evolvere in gestosi, una sindrome potenzialmente pericolosa per madre e bambino (se viene trascurata).

I controlli del secondo trimestre rappresentano un punto di svolta: è il momento in cui il feto inizia a muoversi con più energia e anche la madre può percepire più chiaramente la sua presenza. Gli esami prenatali hanno lo scopo di accompagnare la crescita con dati concreti, offrendo al medico gli strumenti per intervenire in modo personalizzato.

Terzo trimestre: gli esami prenatali in vista del parto 🏁

Nel terzo trimestre di gravidanza, che va dalla 28a settimana fino al parto, l’attenzione si concentra sul benessere fetale, sulla preparazione all’evento nascita e sulla prevenzione di eventuali complicanze. Gli esami prenatali servono a garantire che tutto sia pronto per un parto sicuro, sia per la madre che per il bambino.

Monitoraggio del benessere fetale

Man mano che si avvicina il termine, è essenziale verificare che il feto stia crescendo in modo regolare e che non vi siano segnali di sofferenza.

A questo scopo il ginecologo può prescrivere:

  • Monitoraggi cardiotocografici (CTG) per controllare battito cardiaco fetale e contrazioni uterine
  • Controlli più ravvicinati in caso di gravidanze a rischio, diabete gestazionale, ipertensione o riduzione dei movimenti fetali percepiti

Il monitoraggio viene spesso effettuato a partire dalla 36a settimana ma può iniziare anche prima, se il quadro clinico lo richiede.

Ecografia del terzo trimestre

Tra la 30a e la 34a settimana si esegue l’ecografia del terzo trimestre, utile per:

  • Valutare posizione del feto (cefalica o podalica)
  • Controllare crescita, peso stimato e flusso del sangue nel cordone ombelicale
  • Esaminare la quantità di liquido amniotico
  • Verificare la maturità della placenta

L’esame fornisce al medico informazioni fondamentali per programmare la nascita, soprattutto in caso di anomalie nella crescita o posizionamento fetale scorretto.

Tampone vagino-rettale (streptococco)

Tra la 35a e la 37a settimana viene eseguito il tampone vagino-rettale per verificare l’eventuale presenza dello streptococco di tipo B (GBS), un batterio che può essere trasmesso al neonato durante il parto.

In caso di positività, durante il travaglio verrà somministrata profilassi antibiotica endovenosa per evitare infezioni neonatali. Il tampone è un esame semplice ma estremamente importante per la sicurezza del neonato.

Esami coagulativi in vista del parto

In vista del parto è prassi eseguire una serie di esami coagulativi, fondamentali per valutare:

  • Tempo di protrombina (PT)
  • Tempo di tromboplastina parziale attivata (aPTT)
  • Fibrinogeno

Questi valori sono indispensabili in caso di parto cesareo o se si prevede la somministrazione di anestesia epidurale. Una coagulazione regolare riduce il rischio di complicanze emorragiche.

Nel terzo trimestre ogni controllo ha l’obiettivo di accompagnare la futura madre verso il parto con serenità e consapevolezza. Monitoraggi, ecografie ed esami mirati permettono al team medico di intervenire in modo tempestivo se qualcosa non rientra nella norma, assicurando le migliori condizioni per accogliere il bambino nel mondo.

Visite diagnostiche approfondite

Esami prenatali non invasivi e test genetici: quando farli 🧬

Negli ultimi anni gli esami prenatali non invasivi hanno rivoluzionato il modo in cui si monitorano eventuali anomalie genetiche nel feto, offrendo opzioni sempre più sicure e affidabili. 

In alcuni casi, tuttavia, può essere necessario ricorrere a test diagnostici più approfonditi, anche se maggiormente invasivi.

Test del DNA fetale sul sangue materno

Il test del DNA fetale è un esame di screening che analizza il materiale genetico del feto presente nel sangue materno. Si esegue già dalla 10a settimana di gravidanza e permette di individuare con alta affidabilità:

  • Trisomia 21 (sindrome di Down)
  • Trisomia 18 e 13
  • Anomalie cromosomiche legate ai cromosomi sessuali (X e Y)

È completamente non invasivo, non comporta rischi per il feto ed è indicato soprattutto in caso di:

  • Età materna superiore a 35 anni
  • Esiti dubbi da bi-test o ecografie
  • Gravidanze precedenti con anomalie genetiche

Villocentesi e amniocentesi: quando sono consigliati

La villocentesi e l’amniocentesi sono test diagnostici invasivi che permettono di ottenere un cariotipo fetale completo.

  • La villocentesi si esegue tra l’11a e la 13a settimana tramite prelievo di villi coriali dalla placenta.
  • L’amniocentesi si effettua dalla 16a settimana in poi, prelevando una piccola quantità di liquido amniotico.

Entrambe le procedure presentano un piccolo rischio di aborto (inferiore all’1%) e vengono raccomandate quando:

  • Il test del DNA fetale o altri screening sono risultati positivi
  • Esistono fattori genetici familiari noti
  • Età materna avanzata o anamnesi particolare

A chi sono riservati e rischi potenziali

Questi test sono riservati a donne con gravidanza considerata a rischi genetico. La decisione di sottoporvisi viene presa insieme al ginecologo o al genetista tenendo conto di:

  • Rischi procedurali
  • Beneficio clinico
  • Desiderio della coppia di conoscere eventuali anomalie

È fondamentale ricevere una consulenza genetica prima e dopo il test, per comprendere appieno il significato dei risultati e le possibili opzioni.

Il bi-test (eseguito nel primo trimestre) e lo screening integrato (bi-test + test del DNA + ecografie) sono strumenti preziosi per valutare il rischio combinato di anomalie genetiche.

Quanto costano gli esami prenatali e quali sono gratuiti 💰

Il costo degli esami prenatali varia in base alla tipologia, al laboratorio o struttura sanitaria in cui vengono eseguiti e alla copertura fornita dal servizio sanitario.

Il sistema sanitario garantisce gratuitamente (tramite esenzione) gli esami prenatali previsti dai livelli essenziali di assistenza per ogni trimestre di gravidanza. Sono coperti anche alcuni screening genetici invasivi, se indicati da fattori di rischio accertati. Per accedere agli esami gratuiti è necessario avere una prescrizione medica specifica.

Nel settore privato è possibile effettuare più esami, in tempi molto rapidi e con tecnologie avanzate. Molte donne scelgono:

  • Test del DNA fetale
  • Ecografie 3D e 4D
  • Esami genetici di secondo livello

Pur essendo a pagamento, questi esami prenatali garantiscono un maggiore comfort, personalizzazione e velocità nei risultati. Una scelta utile soprattutto in caso di ansia, urgenze o difficoltà con il sistema pubblico.

Misurare la pressione

Domande frequenti sugli esami prenatali ❓

L’approccio agli esami prenatali può sollevare dubbi e preoccupazioni. Ecco alcune risposte alle domande più comuni.

È obbligatorio farli tutti?

No, non è obbligatorio sottoporsi a tutti gli esami disponibili. Tuttavia quelli previsti sono fortemente raccomandati per garantire un corretto monitoraggio della gravidanza. Gli esami opzionali, come i test genetici, vanno valutati insieme al medico, considerando il proprio profilo di rischio.

Cosa succede se da un esame emerge un esito dubbio?

Un risultato dubbio non è sempre sinonimo di patologia. Spesso si tratta di indicatori di rischio che richiedono ulteriori approfondimenti come:

  • Ripetizione dell’esame
  • Test diagnostici invasivi
  • Ecografie mirate

È fondamentale non agire in autonomia ma confrontarsi con lo specialista per comprendere il significato dei dati e le eventuali opzioni.

Come gestire l’ansia per i risultati degli esami prenatali?

Le attese possono essere emotivamente complesse. Per affrontarle al meglio si consiglia di:

  • Mantenere un dialogo costante con il medico
  • Informarsi solo da fonti affidabili
  • Evitare l’autodiagnosi online
  • Condividere emozioni e dubbi con persone di fiducia

In alcuni casi può essere utile un supporto psicologico, soprattutto in presenza di precedenti traumatici o particolare ansia anticipatoria.

La gravidanza e la salute dei figli

Conoscere gli obiettivi degli esami prenatali per avere una gravidanza serena 🌼

Comprendere la funzione e il momento giusto per eseguire gli esami prenatali consente di affrontare ogni fase della gravidanza con maggiore sicurezza.

  • Ogni esame ha uno scopo preciso: controllare, prevenire, rassicurare.
  • Conoscere il calendario dei controlli permette di evitare dimenticanze o ritardi.
  • Essere informati riduce l’ansia, consentendo di gestire con lucidità eventuali imprevisti.

L’aspetto più importante è il rapporto con il medico, che deve essere basato su ascolto, fiducia e chiarezza. Solo così si può vivere la gravidanza come un percorso consapevole, dove al centro di tutto c’è la salute della mamma e del bambino.

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